Serra di Furore

È un centro preistorico di grande interesse archeologico, situato a Sud-Est del centro abitato, sulla SS. 576 per Agrigento.

È alta m. 473,8, lunga circa Km 1, con una larghezza massima di 100 metri. La presenza dell'uomo ci viene testimoniata da tracce di basamenti di capanne e da grotte troglodite disseminate sul costone roccioso.

Quel che è certo che il sito fu abitato fin da epoca remotissima da popoli pre-Siculi, forse i Pelasgi, il cui nome significa popoli antichi, cioè Sicani. I Pelasgi, mitico popolo neolitico che si fa risalire al IV millennio a.C., conosciuto nell'Iliade come alleato dei Troiani e come proveniente dalla Tessaglia, dove aveva avuto stanza prima che vi giungessero i Greci.
I Pelasgi dunque, come dice il Giannelli, erano riguardati come i rappresentanti della popolazione anteriore alla venuta dei Greci nelle varie zone dell'isola (Attica, Arcadia), nelle quali i Greci si consideravano autoctoni.

La loro scomparsa totale dalla Grecia veniva spiegata con l'ipotesi di una loro migrazione in Italia, dove sarebbero stati i progenitori di molti di quei popoli barbari, come viene testimoniato da numerosissime tombe a forno, tipica sepoltura sicana e dal ritrovamento casuale e non, di monete di epoche diverse e di vasi di varia forma e dimensioni sagomate a mano del secolo VII a. C. Quel che è certo che questi rinvenimenti, secondo numerosi studiosi fra cui Paolo Orsi, Paolo Castelli e Salvatore Pitruzzella, dimostrano che il territorio di Naro (Furore e Savoia, Caravello, Ragamè, Dainomeli, Cignana e Castellaccio, ora in territorio del comune di Camastra) era abitato fin dal periodo neolitico e dalla prima età del bronzo e, pertanto, si inserisce nel vasto movimento di civiltà che investi la Sicilia con la scoperta dei metalli.

Furore, pertanto, è una zona di vasto interesse che può ancora rivelare molti anelli mancanti di congiunzione tra i trogloditi e i sicani, questo mitico popolo che viveva arroccato sulle alture.

Queste caratteristiche tombe a forno, che ancora oggi vengono scavate da mano ignota, le spelonche poste in luoghi scoscesi, l'insieme del costone, chissà quali segreti archeologici possono ancora riservarci.